I Bizantini non furono mai amati. Sbarcati in Sicilia nel 535, al seguito del comandante Belisario (inviato dall’Imperatore Giustiniano), la governarono fino all’827, in maniera avida e fiscale. L’isola piombò in un periodo buio e miserevole, si spopolarono le campagne che resteranno incolte per lunghi periodi, le scorrerie dei pirati saraceni lungo le coste, seminarono il terrore.
A nulla valse il trasferimento della capitale dell’impero da Costantinopoli a Siracusa dal 663 fino al 669.
Quella bizantina fu una cultura di carattere quasi esclusivamente ecclesiastico. Gastronomicamente parlando, la Cucina bizantina era caratterizzata dalla fusione della gastronomia greca con quella romana di conseguenza non aggiunse quasi nulla alla tradizione siciliana, che già aveva incorporato queste influenze.
Solo il vino ne trasse vantaggio, infatti nacque proprio allora la viticoltura ecclesiastica che produceva il vino per il clero. Questi il vino lo bevevano puro e non diluito come facevano greci e romani. Finalmente!
Imparammo a conoscere un nettare proveniente da uno dei paesi più belli del Mediterraneo, Monenvasìa, nel Peloponneso. Era la malvasìa, tra i vini da dessert sicuramente il più antico, il più elegante.
Il frate domenicano Matteo Bandello, più tardi, ne dirà meraviglie.