Il Mamertino DOC, detto anche Mamertino di Milazzo, è un vino rosso, da pasto. Va assemblato con almeno il 60% di Nero d’Avola (o Calabrese) e per minimo il 10% di Nocera. Possono concorrere all’assemblaggio anche le altre uve a bacca nera, come il Catarratto, l’Inzolia e il Grillo, autorizzate nei territori comunali autorizzati dal disciplinare, da soli o congiuntamente per un massimo del 30%. Star indiscussa dei vitigni autoctoni Siciliani a bacca rossa da cui nascono i vini pià importanti dell’isola. Matura nella seconda decade di Settembre e produce un vino dal colore intenso con profumi pronunciati di fruttato e sentori di spezie di ottima struttura .
LE VARIETA’ DI VINI MAMERTINO:

Mamertino Bianco e Bianco Riserva Doc

Si ottengono da uve in prevalenza di:

  • Catarratti (min. 45%);
  • Grillo e Ansonica o Inzolia (almeno il 35%);

Possono concorrere per la restante quota, fino ad un massimo del 20% i vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Messina.

Il Mamertino Bianco Doc si presenta di colore giallo paglierino più o meno intenso, talvolta con riflessi verdolini. Nella versione Riserva, si presenta giallo dorato, etereo, ben strutturato e armonico.

L’odore è gradevole, fine, caratteristico, più o meno fruttato e il gusto è secco ed equilibrato. Ha una gradazione minima di 13 gradi.

Il Mamertino Bianco Doc si sposa con antipasti leggeri di mare, con secondi di pesce grigliato e marinato e con risotti conditi con sughi di pesce. La temperatura di degustazione è di 8-10 °C e va servito in calice a media capacità a tulipano svasato.

Il Mamertino Bianco Riserva Doc è ideale accostato con fritture saporite, con zuppe e intigoli di pesce. Se ne consiglia la degustazione anche assieme a secondi di carne bianca, come pollame, coniglio e frattaglie. Per questo vino la temperatura di degustazione è di 10-12 °C e il calice adatto è a media capacità a tulipano ampio.

 

Mamertino Rosso Doc e Rosso Riserva Doc 

Il Mamertino Rosso e Rosso Riserva si ottengono in prevalenza da uve di:

  • Nero d’Avola (per almeno il 60%);
  • Nocera (per almeno il 10%).

Entrambi sono vini dal colore rosso rubino più o meno intenso, tendenti con l’invecchiamento al color mattone.

L’odore è caratteristico, vinoso e armonico, con note lievemente fruttate e delicate.

Al gusto risulta essere un vino secco, ma anche corposo e pieno. La gradazione minima varia: di 12,50° per il Rosso e di 13° per il Rosso Riserva.

Il Mamertino Rosso Doc trova ideale abbinamento assieme a piatti più elaborati come primi conditi con ragù di carne e secondi di carni rosse, sia lessate che grigliate. È ottimo anche accompagnato con formaggi stagionati. Va servito in calice bordolese ad una temperatura di degustazione di 14-16 °C.

Il Mamertino Rosso Riserva Doc si sposa con arrosti di carni rosse, grigliate, stracotti e stufati, ma esprime al meglio le sue caratteristiche organolettiche se abbinato alla selvaggina sia di pelo che con piuma. Va degustato a 16-18 °C in calice ballon.

 

Mamertino Calabrese o Nero d’Avola Doc e Nero d’Avola Riserva Doc

Si tratta di vini dal colore rosso rubino intenso, ottenuti per un minimo del 85% da uve di Nero d’Avola.

L’odore è caratteristico, gradevole e lievemente fruttato, con sentori di marasche, prugne e spezie.

Il sapore è quello di un vino asciutto, ma ampio, corposo e armonico. La gradazione minima è di 12,50° per il Nero d’Avola e di 13° per il Nero d’Avola Riserva.

Sono ottimi se accompagnati a formaggi stagionati come il pecorino siciliano o il tipico “Piacentino”: formaggio di pecora aromatizzato con lo zafferano. Trova ideale abbinamento anche con secondi di carne come le braciole di vitello, o il capretto alla messinese.

 

Mamertino Grillo-Ansonica Doc

Vino dal colore giallo paglierino più o meno intenso, talvolta con riflessi verdolini, con un profumo caratteristico, delicato, più o meno fruttato. Il sapore è secco, armonico e fresco e la gradazione minima è di 11 gradi.

Il Mamertino Grillo-Ansonica Doc è perfetto con antipasti sia di verdure che di uova, con piatti a base di pesce, carni bianche fredde e con formaggi teneri e freschi.

Va servito in calici a media capacità a tulipano svasato a una temperatura di 8-10°C.
LA ZONA DI PRODUZIONE:

Il Mamertino DOC viene prodotto esclusivamente lungo la costa tirrenica della Provincia di Messina, nei territori amministrativi di ben 32 piccoli comuni: Alì, Alì Terme, Barcellona Pozzo di Gotto, Basicò, Castroreale, Condrò, Falcone, Fiumedinisi, Furnari, Gualtieri Sicaminò, Itala, Librizzi, Mazzarrà Sant’Andrea, Merì, Milazzo, Monforte San Giorgio, Montalbano Elicona, Nizza di Sicilia, Oliveri, Pace del Mela, Patti, Roccalumera, Roccavaldina, Rodì Milici, San Filippo del Mela, San Piero Patti, Santa Lucia del Mela, Scaletta Zanclea, Terme Vigliatore, Torregrotta, Tripi.

Questa zona ha avuto una vocazione vinicola antichissima, forse la più antica in Italia, risalente al periodo pre-Fenicio, probabilmente durante quello Miceneo, agli albori della civilizzazione nel bacino mediterraneo.
ORIGINI STORICHE:

Il vino Mamertino trae il suo nome dall’antica popolazione che durante l’epoca romana si stanziò sulle colline che circondano Milazzo e sulle quali si sviluppa oggi il territorio di Santa Lucia del Mela e di Merì.

I Mamertini (da Mamers, un antico dio della fertilità in seguito adottato dai Romani come Marte, il dio della guerra) erano dei soldati mercenari pagati da Agatocle, tiranno re di Siracusa, d’origine per lo più campana, famosi soprattutto per aver giocato un ruolo di primo piano nello scoppio della Prima guerra punica.

Nel 310 A.C. fecero irruzione e occuparono la città di Messina. Il loro dominio durò oltre 20 anni, trasformando Messina da centro agricolo e commerciale a base per le loro scorrerie piratesche sia sul mare sia sulla terraferma. Ancora oggi, a ricordo del loro passaggio, in provincia di Messina esiste il comune di Galati Mamertino e in provincia di Reggio Calabria il comune di Oppido Mamertina.

Già nel 289 A.C. i Mamertini piantarono una pregevole vite per la produzione del Mamertino. Venne offerto in seguito  nel 46 A.C. da Giulio Cesare, col nome Mamertinum,  in occasione del banchetto per celebrare il suo Terzo Consolato, come ricordato poi nel suo “De Bello Gallico“.

Strabone, grande geografo romano classificò il Mamertino fra i migliori vini dell’epoca, e Plinio lo pone (tra 195 vini) al quarto posto in classifica.

Persino il francese Andrè Tehernia, nel suo libro “Le vin de l’Italie Romaine” lo definisce “quatrième grand cru classé”.

Marziale scriveva “…date al Mamertino il nome che volete, magari quello dei vini più celebri”.
RICONOSCIMENTO D.O.C.

Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n° 214 del 11/09/2004 venne pubblicato il decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, riconoscendo la denominazione di origine controllata dei vini Mamertino (o Mamertino di Milazzo) ed approvando il relativo disciplinare di produzione.

Nel disciplinare viene specificato il tipo di vitigno e i requisiti di invecchiamento, previsti in 24 mesi di cui sei in botte a partire dal 1° novembre successivo alla vendemmia..

Le rese devono essere al massimo di 10 tonnellate per ettaro, e le tipologie autorizzate sono il Rosso generico e il Mamertino Calabrese o Nero d’Avola, purché il vitigno sia presente per almeno l’85% nell’assemblaggio, con il restante 15% che può essere tagliato con le altre varietà a bacca nera autorizzate nei comuni disciplinati.
TECNICHE DI PRODUZIONE:

Tutte le operazioni di vinificazione debbono essere effettuate nel territorio dei comuni compresi nella DOC. L’imbottigliamento deve avvenire nella zona di vinificazione.

La tipologia di produzione del Mamertino di Milazzo Rosso Doc prevede la pigiatura delle uve, messe poi a fermentare e macerare insieme alla vinaccia.      Con la svinatura, viene separata la vinaccia dal mosto e, dopo affinamento e invecchiamento, il vino viene imbottigliato.

Per i vigneti in coltura promiscua o mista, la produzione massima di uva ad ettaro per l’ottenimento dei vini di cui trattasi, deve essere rapportata alla superficie effettivamente impegnata dalla vite col sistema di calcolo pro-rata.

Il clima pur assumendo i caratteri tipici di quello mediterraneo, con temperature miti e piovosità concentrate nel periodo autunno-inverno, presenta alcuni connotati peculiari che lo rendono particolarmente idoneo alla coltivazione della vite.

Tali peculiarità riguardano non tanto i valori medi delle temperature ma, soprattutto, il decorso delle stesse, decorso caratterizzato, per la prossimità del mare e l’azione mitigatrice dei venti da escursioni mensili e giornaliere più modeste rispetto a quelle tipiche di altre zone del bacino Mediterraneo.

Per i nuovi impianti ed i reimpianti la densità dei ceppi, in coltura specializzata, non può essere inferiore a 4.000 ceppi/ettaro.

Le forme di allevamento consentite sono l’alberello e la controspalliera in ambedue la potatura deve essere corta o mista. È esclusa la potatura lunga.

È vietata ogni pratica di forzatura, mentre è consentita l’irrigazione di soccorso.